Sicurezza dei dati personali e sistemi informatici pubblici


Una triste realtà: violare i sistemi informatici del tribunale di una grande città è un gioco da ragazzi. A dimostrarlo è un PM milanese esperto di cybercrime: l'assalto informatico alle banche dati del tribunale è poco più che un gioco da ragazzi, ed i sensibilissimi dati di inchieste e processi sono tutt'altro che al sicuro. Con una semplice chiavetta USB ed un po' di astuzia è stato facile ottenere tutti i dati di accesso ai sistemi informatici del palazzo di giustizia: meno male che si trattava solo di una dimostrazione, che ha scosso un po' tutti meno che i responsabili della sicurezza dei sistemi violati, che non si sono accorti di nulla. Se in Tribunale si piange, non è che in comune si rida: nonostante i 4 milioni di euro spesi per attrezzare le macchine di Palazzo Marino di antivirus, da un'indagine che ha messo nei guai il responsabile della sicurezza ha evidenziato che il 30% circa delle macchine utilizzate per il trattamento dei dati personali risultano sprovviste di adeguata protezione contro i virus. Non è quindi un caso se già lo scorso si era verificato un blocco per la presenza di centinaia di virus. Queste vicende pongono un serio problema di sicurezza dei dati sensibili custoditi dalla pubblica amministrazione e dalla macchina giudiziaria, confermando l'alto livello di specializzazione richiesto a chi si occupa di archiviazione dei dati. Visto che neanche la pioggia di euro sembra in grado di offrire garanzie in ordine alla sicurezza dei sistemi informatici pubblici, ci si chiede se non sia il caso di ricorrere all'ausilio di società specializzate in outsourcing archivistico, certamente capaci di garantire standard di sicurezza più elevati di quelli richiesti dalla legge.