Il bere responsabile come valore


Oggi gli incidenti stradali dovuti al consumo eccessivo di alcol restano la principale causa di morte tra i giovani italiani. Il bere in quantità eccessiva è diventato quasi uno status symbol delle uscite del fine settimana, ad esso vengono associati inevitabilmente la riuscita di una serata, il divertimento complessivo e la scoperta di nuove emozioni. Diventa trendy il mescolare i cocktail più cool, i superalcolici alla moda o una birra dal gusto originale.
E l’impatto delle incisive campagne promozionali con le quali le società produttrici di alcolici catturano l’attenzione del grande pubblico può diventare devastante quando il messaggio pubblicitario fa eccessiva presa sui consumatori più giovani, dai minori, ai quali "in teoria" non potrebbero essere somministrate bevande alcoliche, agli adolescenti normalmente attratti dalla trasgressione.

Ma se le normative non sempre vengono percepite alla lettera, complice la cultura dell’alcol radicata nel nostro paese, un ruolo determinante lo svolgono le case produttrici con le loro campagne di sensibilizzazione. Una delle più attive è sicuramente Martini, da anni promotrice del "bere responsabile" in ogni sua attività di comunicazione. Infatti già dai singoli advertising televisivi alle etichette sulle bottiglie la casa torinese si è impegnata a non incentivare l’uso eccessivo di alcol e pubblicizzare una moderazione nei consumi. Il gusto e non l’abuso viene costantemente valorizzato e debitamente sottolineato in ogni suo prodotto come valore per l’azienda con un occhio di riguardo ai giovani, più vulnerabili ai media. Anche nella presentazione di Martini Soda, l’ultimo aperitivo del celeberrimo brand, il disclaim "bevi responsabilmente" è in bella vista nella pagina del nuovo sito; una pagina web con un target decisamente giovane che mira a far divertire ma che pone l’accento sul basso contenuto alcolico del prodotto "ready to drink", con l’inequivocabile payoff "Viva la vita".