Memorie ancora più veloci grazie alle nanotecnologie


Nuove scoperte nel campo delle memorie grazie all’utilizzo di nanotecnologie.

Ricercatori dell’ università di Berkeley hanno messo a punto un sistema di archiviazione dati esterno che permetterebbe una “vita delle memorie” fino ad un miliardo di anni (attualmente una memoria riesce a memorizzare dati per un periodo di tempo compreso fra i dieci e i trenta anni).

E’ stato studiato il comportamento di una nano particella di ferro che, grazie ad una carica elettrica, può essere spostata all’interno di un nano tubo di carbonio. All’estremità del nano tubo vengono posti due elettrodi che stanno a rappresentare 0 e 1 del codice binario. A seconda di dove venga direzionata la particella è quindi possibile avere in output un valore binario, perfettamente leggibile anche dalle tradizionali tecnologie.

Un’altra nuova nano tecnologica, scoperta da Ricky Tseng e Yang Yang della University of California, riguarda gli ibridi virali. Praticamente è stato riadattato, a vantaggio dell’ hi-tech, un virus (denominato TMV) che in natura mangia le foglie del tabacco. Si è scoperto che questo virus, se rivestito da una capsula in platino, costituisce il cuore di un transistor dalle immense capacità. Montato sulla memoria di un lettore MP3, è in grado di caricare un file ad una velocità 1000 volte superiore rispetto le memorie utilizzate oggi.

Nonostante la nanotecnologia stia facendo passi da gigante, vale la pena ricordare che, in contemporanea alle scoperte tecnologiche sono state fatte scoperte anche nel campo della medicina.

La cattiva notizia è che le particelle inferiori ai dieci nanometri di diametro possono incidere, negativamente, sulla crescita di cellule nervose e polmonari negli esseri viventi.
La buona notizia è che se i nano tubi, contenitori di nano particelle, sono di lunghezza maggiore ai 200 nanometri, consentono di ridurre notevolmente i rischi per la salute.

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