Da oggetto proibito a bene rifugio: il fascino dell'oro


Sin dalla preistoria, l'oro è sempre stato apprezzato e considerato uno dei metalli più preziosi in tutte le culture del mondo. Tra il settimo ed il sesto secolo avanti Cristo venne utilizzato in Lidia, in Asia Minore, per il conio delle prime monete metalliche, ed è interessante notare che il suo simbolo alchemico, un cerchio con un punto al centro, sia anche il simbolo astrologico, il geroglifico ed anche l'ideogramma cinese del Sole. Per lunghi secoli l'oro è stato utilizzato come base per la produzione valutaria, in quello che è conosciuto come il sistema Gold Standard, in base al quale a ciascuna banconota doveva corrispondere una quantità di oro pari al suo valore nominale. Anche per questo suo utilizzo come riserva valutaria il suo possesso privato è stato a volte regolamentato o proibito: in Italia, ad esempio, fino alla liberalizzazione operata dal Decreto 7/2000 era possibile detenere solo oro lavorato, sotto forma di monete o in piccoli lingotti di peso massimo di 100 grammi. Negli USA, invece, il possesso di oro in forma diversa da gioielli o monete è stato proibito dal 1933 fino al 1975. Al giorno d'oggi il valore dell'oro è determinato dal mercato, anche se la sua natura di valuta universale fa sì che la sua quotazione sia poco influenzabile dall'andamento del mercato azionario. Considerato un bene rifugio particolarmente appetibile soprattutto quando la valuta resta soggetta ad eccessiva inflazione, l'oro ha raggiunto quotazioni record durante il 2008, quando ha superato i 1000 dollari l'oncia, e attualmente si mantiene su valori intorno ai 930 dollari l'oncia, pari a circa 660 euro. Chi possiede dell'oro e intende trasformarlo in valuta contante può oggi contare su acquirenti online che garantiscono una quotazione generalmente migliore di quella che si ottiene da compratori privati sul territorio, ma ovviamente non può aspettarsi di ricavarne gli oltre 21 euro al grammo della quotazione ufficiale, perché tale valore è riferito all'oro puro a 24 carati, mentre quello dei gioielli o di altri oggetti comunemente posseduti è generalmente unito in lega con altri metalli. Inoltre vanno considerati i costi di gestione e raffinazione, nonché il giusto guadagno dell'acquirente, ma certamente questo momento appare ancora molto favorevole per chi è in possesso del prezioso metallo giallo: basti pensare che nel 1990 il suo valore era poco più di un quarto di quello attuale.

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