Email marketing: blacklist per non essere etichettati come spammer


L'e-mail marketing è uno strumento estremamente efficace che ha trovato una sempre maggiore diffusione nel corso degli ultimi anni. E' particolarmente apprezzato per la sua immediatezza, i bassi costi di setup e gestione e la grande efficacia, ovviamente misurabile nel dettaglio. Con il crescere della mailing list, ovviamente, aumentano anche le risorse necessarie alla gestione del gran numero di messaggi, che vengono smistati da appositi software, spesso residenti su server dedicati e gestiti da società specializzate. E' evidente che non ha alcun senso mantenere nella lista degli indirizzi e-mail quegli account che via via vengono dismessi e non sono più in grado di ricevere i messaggi promozionali. Oltre ad impegnare inutilmente il server e ad appesantire l'invio del messaggio, gli indirizzi che restituiscono un bounce possono creare seri problemi di altro genere: gli indirizzi IP che inviano un gran numero di messaggi a indirizzi di posta inesistenti o non più attivi, infatti, sono spesso marcati come spammer dai provider di posta, con conseguenze facilmente immaginabili. Per questa ragione, buona parte dei moderni software di gestione delle campagne di email marketing prevede una funzione "blacklist", che esclude dall'elenco dei destinari gli indirizzi che ricevono "n" bounce consecutivi (solitamente 3), riducendo così lo spreco di risorse ed anche il rischio di etichette di spammer indesiderate. Lo strumento della blacklist ottimizza la deliverability del messaggio, primo cruccio dell'email marketer, consentendo un significativo risparmio di risorse.

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