Le regole per l'uso delle coste: la nuova direttiva di sicurezza balneare


Il 15 luglio scorso il Ministro per le infrastrutture e trasporti Altero Matteoli ha presentato la direttiva 2009 per la sicurezza balneare, un atto dalla cadenza annuale istituito con la legge di riordino della Nautica da Diporto (L 8 luglio 2003 n° 172) che quest'anno, per la prima volta, si è dovuto confrontare con l'avvento di un regolamento fondamentale per il comparto del Diporto, vale a dire il regolamento di attuazione del Nuovo Codice per la Nautica da Diporto. La direttiva nasce con il specifico scopo di orientare i controlli effettuati dagli uffici periferici dell'autorità marittima, indicando le priorità e fornendo indicazioni concrete, e negli anni passati (dal 2004 in poi) ha sempre stabilito che i controlli devono privilegiare la tutela dell'incolumità di bagnanti e subacquei e avvenire con modalità tali da arrecare il minimo disturbo al pubblico dei vacanzieri; inoltre, la direttiva ha sempre demandato all'autorità marittima l'emanazione di ordinanze con regole per la navigazione sottocosta, limitandosi a stabilire, in linea di massima, la previsione di un divieto di navigazione a velocità superiore a 10 nodi nella fascia costiera sino a 500 metri dalle coste rocciose a picco e 1000 metri dalle spiagge. Quest'anno la circolare appare ben più articolata rispetto a quelle degli anni precedenti, in quanto dispone un'intensificazione dei controlli volti ad assicurare il rispetto dei limiti connessi alla disciplina delle fasce di navigazione e sul rispetto della distanza minima di navigazione dai segnalamenti dei subacquei (le imbarcazioni devono mantenersi ad almeno 100 metri di distanza da tali segnali). La direttiva richiama l'attenzione degli organi di controllo verso tutte le attività suscettibili di mettere a repentaglio l'incolumità di bagnanti, subacquei ed anche altri diportisti, come ad esempio la guida di imbarcazioni in stato di ebbrezza, figura di illecito introdotta dalla Legge 14/2009 di conversione di uno dei tanti decreti "Millepropoghe". La presentazione della direttiva lascia comunque due grossi interrogativi di fondo: perché una così importante indicazione giunge quando ormai la bella stagione è in fase avanzata, visto che richiede l'emanazione di ordinanze che inevitabilmente giungeranno a tempo praticamente scaduto? L'esperienza degli anni passati ci fa ritenere che le fasce di navigazione indicate dalla direttiva siano sempre rimaste sulla carta fino ad oggi, perché basta affacciarsi su un qualsiasi tratto di costa per osservare imbarcazioni di ogni dimensione sfrecciare a velocità ben superiori a 10 nodi e ben al di sotto dei 500 metri dalle scogliere e 1000 metri dalle spiagge: che il 2009 sia l'anno in cui finalmente riusciremo a notare una qualche applicazione pratica di questi sani principi, capaci di assicurare una fruizione delle coste libera e sicura da parte di tutti i cittadini?

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