Bing favorisce truffatori del settore farmaceutico


Il nuovo motore di ricerca targato Microsoft sarebbe poco attento alle inserzioni truffaldine in cui sono venduti farmaci di “origine sospetta”.


Uno studio mette in luce quanto sia facile la vita delle organizzazioni criminali online. Secondo Knujon e LegitScript, autori della ricerca, molti medicinali sospetti sarebbero stati venduti grazie a Bing, il nuovo motore di ricerca di casa Microsoft.

Bing, con le stesse metodologie di Google, permette a chi desidera fare advertising online l’acquisto di spazi pubblicitari direttamente nelle pagine del proprio motore di ricerca. Se quindi un utente digita le parole chiavi “farmaci online”, oltre i normali risultati di ricerca, troverebbe di fronte i suoi occhi dei collegamenti sponsorizzati, cioè commercianti che decidono di acquistare spazi pubblicitari per accrescere il proprio business online direttamente dal motore di ricerca.

Il problema è che in Bing non sempre questi commercianti sono “affidabili”. Google utilizza rigorosi metodi di controllo e identificazione dei propri inserzionisti, Bing non sempre, almeno stando a quello che emerge dall’indagine.

Il risultato è clamoroso: l’89,7% degli annunci farmaceutici fanno capo ad aziende che violerebbero le leggi nazionali. E pensare che il problema era già stato riscontrato ad inizi 2008 dalla National Association of Boards of Pharmacy e Bing, che a quei tempi aveva il nome di Live Search, non aveva fatto nulla per mettere al sicuro i propri utenti.

Sicuramente un brutto colpo basso per Bing, che perde di credibilità proprio mentre guadagnava una fetta del mercato del Search Engine, di cui Google è re.

Gruppo Comifar