La società si specchia nelle sue farmacie


La Farmacia è un’istituzione simbolica e duratura nel tempo. Le dinamiche che la riguardano, il flusso dei clienti, il loro comportamento e il metodo stesso di fare farmacia rappresentano, di epoca in epoca, lo specchio della società. Lo dimostrerà dal 30 di novembre in poi la mostra “La farmacia nella terra di Federico II” che occuperà le sale del Castello Svevo di Bari. L’occasione è stata data dal ritrovamento di un atto di compravendita di una delle prime spezierie della città verso la fine del 1600. Su questo, Agostino Ceccarelli, primo farmacista della città,si sarebbe impegnato ad acquistare la farmacia (al tempo “spezieria” con tutto ciò che in essa vi si trovava): gli addetti ai lavori, analizzando la lista, hanno potuto sentenziare con estrema facilità il ruolo simbolico dell’istituzione per l’era cui risaliva. Di fatto le dinamiche cui partecipava una farmacia erano accumunabili a quelle odierne, a quanto risulta dai documenti; ovviamente si parlava di scudi anziché di euro e di spezie, droghe, cose aromatiche, vetri, cristallo, mortai di bronzo, sciroppi, tariffe, pesi, mescole e dell’edizione completa di una simil-enciclopedia farmaceutica al posto di farmaci e omeopatia. Addirittura il primo farmacista della città che comprò la sua attività per 230 scudi, si distinse anche come distributore farmaceutico ante litteram, fornendo ad altre farmacie e all’ospedale del Sacro Monte di Pietà i propri medicinali. Poco insomma è cambiato sotto uno sguardo macroscopico nelle dinamiche di farmacie e distributori farmaceutici. Cambiano i tempi e probabilmente proprio il fatto che l’istituzione si mantenga coerente nel trascorrere dei secoli fa si che proprio essa possa fungere da catalizzatore della storicità di un’epoca più di molte altre attività umane.